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Sindrome genito-urinaria: conoscerla per una vita intima e sana

Scopriamo insieme la sindrome genito-urinaria, una condizione sempre più diffusa che coinvolge circa due donne su tre durante la fase della menopausa

L’ingresso nella fase della menopausa rappresenta un capitolo significativo nella vita di ogni donna. Oltre agli impatti emotivi connessi a questa transizione, si manifestano una serie di disturbi in grado di influire negativamente sulla qualità della vita. Tuttavia, se identificati correttamente, tali disturbi possono essere gestiti con successo. La sindrome genito-urinaria (Genital Syndrome of Menopause – GSM) è un insieme di condizioni cliniche che emergono durante la menopausa a causa delle variazioni ormonali.

Questi disturbi si manifestano principalmente a tre livelli:

  • Problemi vaginali, quali irritazione, bruciore, secrezioni biancastre, spesso accompagnati da dolore.
  • Disfunzioni urinarie, tra cui urgente bisogno di urinare con eventuali episodi di incontinenza, bruciore durante la minzione e frequenti infezioni, specialmente dopo i rapporti sessuali.
  • Complicazioni legate alla sfera sessuale, come mancanza di lubrificazione, persistente anche dopo stimolazione, e dolore durante i rapporti.

Questa serie di disturbi può avere un impatto negativo sulla qualità della vita delle donne e sull’intimità con il partner, soprattutto in caso di menopausa precoce o intervento chirurgico. Anche le donne che non conducono una vita sessuale regolare possono sperimentare tali condizioni. In effetti, in assenza di stimolazione regolare, i tessuti con scarsa elasticità diventano sempre più sensibili e suscettibili a problematiche come secchezza, escoriazioni, microtraumi e sanguinamenti. Nonostante più della metà delle donne in menopausa affronti disturbi associati alla sindrome genito-urinaria, questa condizione è ancora oggetto di scarso interesse e sotto-diagnosi. Va sottolineata una particolare esitazione da parte delle donne nel discutere di questi disturbi con i propri medici, spesso dovuta alla percezione di tali sintomi come parte di un processo naturale e fisiologico di decadimento legato alla menopausa.

L’Atrofia Vulvo-Vaginale e i suoi Impatti sessuali e anatomici

L’atrofia vulvo-vaginale (VVA) costituisce il sintomo preponderante della menopausa e, all’interno della sindrome genito-urinaria, incide principalmente sui disturbi genitali e sessuali, manifestandosi come “secchezza vaginale”. Studi recenti hanno rivelato che la VVA coinvolge non solo i tessuti vaginali e vulvari, ma anche la vescica e l’uretra. Pertanto, l’attuale definizione più accurata di questa condizione è la sindrome genito-urinaria della menopausa, superando l’antico riferimento esclusivo alla “secchezza vaginale”.

La radice di questa trasformazione risiede nella comune origine embrionale e nella condivisione della sensibilità agli ormoni sessuali da parte di alcune strutture dell’apparato genitale e urinario. Durante la menopausa, la drastica riduzione degli estrogeni e del testosterone influisce sui recettori presenti nei tessuti vaginali e urinari, sebbene possano esistere variazioni genetiche che determinano una maggiore vulnerabilità in un organo rispetto all’altro. Inoltre, durante l’attività sessuale, entrambi gli apparati condividono terminazioni nervose e mostrano una simile fragilità “biomeccanica”.

L’atrofia vulvo-vaginale rappresenta un processo regressivo dei tessuti dell’apparato uro-genitale causato dalla carenza di ormoni sessuali, come estrogeni e testosterone. I tessuti genitali, interni ed esterni, subiscono una progressiva riduzione di spessore, perdita di elasticità, vascolarizzazione e lubrificazione. La mucosa uretrale sottile diventa più suscettibile a infezioni e incontinenze, rendendo l’intero apparato uro-genitale più delicato e vulnerabile, predisposto a infiammazioni, dolori e microabrasioni spontanee.

Oltre alla carenza di lubrificazione, si verifica un significativo decremento di collagene ed elastina, che determina una chiusura più marcata della vagina, causando dolore durante i rapporti sessuali. I vasi sanguigni della mucosa si contraggono, ostacolando la circolazione e restando insensibili agli impulsi nervosi di eccitazione. I muscoli vaginali perdono proteine contrattili, massa e forza, mentre i nervi riducono la trasmissione degli stimoli nervosi.

I principali sintomi

Di conseguenza, i sintomi coinvolgono entrambi gli apparati, quello genitale e quello urinario. Per quanto concerne l’apparato genitale, la secchezza vaginale rappresenta il sintomo più diffuso, causato dalla carenza di ormoni sessuali responsabili della lubrificazione e dalla perdita di vascolarizzazione necessaria per rispondere agli stimoli nervosi dell’eccitazione. La secchezza vaginale genera problemi significativi nei rapporti sessuali, coinvolgendo anche il partner e minando l’intimità. A causa dell’assottigliamento della mucosa vaginale, possono verificarsi abrasioni spontanee, talvolta con sanguinamenti, causando una sensazione di piccoli tagli nella zona vaginale. La mancanza di fibroblasti, dovuta alla carenza di ormoni sessuali, provoca il restringimento e la rigidità della vagina, mentre la vulva diventa sempre più secca.

I rapporti sessuali diventano estremamente dolorosi (dispareunia), non solo per la donna. Anche per l’uomo, la secchezza rappresenta un fastidio sgradevole che ostacola la penetrazione e crea una sensazione di “carta vetrata”. Inoltre, la sfera psicologica subisce un duro colpo in queste circostanze, spingendo a evitare l’intimità e aggravando le situazioni di atrofia muscolare.

Sul versante dell’apparato urinario, l’assottigliamento della mucosa uretrale contribuisce all’incontinenza durante la minzione e al bruciore urinario (disuria). In alcuni casi, ciò può portare a condizioni di cistite cronica, specialmente dopo i rapporti sessuali.

Conclusioni

La sindrome genito-urinaria è molto diffusa e si stima che interessi 2 donne su 3 in età da menopausa. Ha un impatto forte sulla qualità della vita e sul benessere sessuale, con pesanti ricadute psicologiche. Per prevenire queste situazioni di malessere che, come abbiamo visto, sono di facile risoluzione, è importante che anche i medici si impegnino nell’attività di comunicazione sanitaria e prevenzione, per rendere le donne più consapevoli di questa realtà ed aiutarle ad aprirsi senza imbarazzi. Durante le prime fasi della menopausa è bene effettuare controlli frequenti per monitorare lo stadio dell’atrofia e intervenire appena necessario. 

Ditar Med Aesthetics dimostra un impegno significativo nel campo della salute femminile, prestando particolare attenzione alla sindrome genito-urinaria. Tra le opzioni di trattamento offerte, spicca il Monnalisa Touch, un’innovativa soluzione specificamente progettata per affrontare questa patologia. Con un approccio mirato e tecnologie avanzate, Ditar Med Aesthetics si impegna a fornire soluzioni efficaci per migliorare la qualità della vita delle donne affette dalla sindrome genito-urinaria. Nei prossimi articoli, saranno approfonditi dettagliatamente i trattamenti offerti da Ditar Med Aesthetics, offrendo una panoramica completa delle opzioni disponibili per affrontare questa condizione.

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MonnaLisa Touch: la soluzione innovativa per il trattamento della vulvodinia

Il trattamento aiuta a ridurre il dolore e permette il ripristino della funzionalità vulvo-vaginale per una vita senza limitazioni

La vulvodinia è un disturbo doloroso ed invalidante che colpisce molte donne di età diverse. Caratterizzata da bruciore persistente e dolore all’ingresso della vagina e alla zona circostante (la vulva), questa patologia può diventare un problema cronico che richiede una gestione attenta. 

Il dolore persistente può influire negativamente sulle relazioni intime, riducendo il desiderio sessuale. Inoltre, la condizione può causare ansia, depressione e peggioramento generale della qualità di vita. È quindi fondamentale trovare soluzioni efficaci per alleviare i sintomi e migliorare il benessere complessivo delle donne che ne soffrono.

MonnaLisa Touch è un trattamento innovativo il cui protocollo è utilizzato presso il Centro Ditar Med Aesthetics, che offre una soluzione efficace per le donne affette da vulvodinia. Monnalisa Touch si basa su una metodica consolidata da oltre 10 anni ed è stato dimostrato efficace nel ripristinare le condizioni trofiche dell’area vulvo-vaginale. In particolare, parliamo di un trattamento di stimolazione laser vulvo-vaginale volto a migliorare lo stato della mucosa che riveste le pareti del canale vaginale. Attraverso l’utilizzo di un laser CO2 frazionato, lo strumento agisce in modo mirato all’interno del canale, creando microlesioni impercettibili ma necessarie per innescare un processo di produzione di nuovo collagene e riorganizzazione dei componenti della mucosa.

La sicurezza e l’efficacia di MonnaLisa Touch sono state ampiamente testate. Il trattamento offre un sollievo immediato grazie alla stimolazione dei tessuti. Nel corso di diverse settimane si osserva un processo di rigenerazione tissutale che porta a miglioramenti duraturi. Oltre a ridurre i sintomi della vulvodinia, il trattamento ha dimostrato di migliorare anche i disturbi urinari associati. MonnaLisa Touch ristabilisce la corretta funzionalità delle strutture coinvolte a livello urogenitale.


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